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THERE IS A TIME

L'opera senza tempo di José Limón - Recensione Kaatsbaan NY 2020

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“Per tutto v’è il suo tempo, v’è il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo.”

Ecclesiaste 3:1

 

A 65 anni dalla première, il 19 dicembre 2020, il nuovo direttore della Limón Dance Company, Dante Puleio, ripropone There is a time in tutta la sua bellezza durante la residenza al Kaatsbaan Cultural Park di New York. L'intero lavoro è, sia coreograficamente che musicalmente, impeccabile. Venne creato da José Limón nel 1956 sulla partitura musicale Meditations on Ecclesiastis di Norman Dello Joio e, rispetto alla prima rappresentazione, l’attuale direttore ricorre al suo occhio artistico per rivisitare alcuni dettagli. 

 

“Un tempo per nascere e un tempo per morire”

 

I danzatori compongono un cerchio che riempie il palcoscenico e si muove maestoso evocando l'interminabile scorrere del tempo. Questo cerchio viene ripetutamente visto in molte forme, ritmi e situazioni drammatiche, facendo sempre allusione al testo del capitolo 3 dell'Ecclesiaste e alla sua evocazione dell'esperienza umana. Vengono danzati dodici versi del passaggio biblico e, grazie all’oscillazione del movimento tra una caduta e un recupero, principio su cui si fonda la tecnica Limón, la compagnia rappresenta con grande abilità i molteplici stati in opposizione del testo, sottolineando che esiste un tempo per ciascuno di essi.

 

“Un tempo per tacere e un tempo per parlare”

 

La partitura musicale fu appositamente scritta per There is a time, ma non venne mai terminata. Verso la fine della realizzazione dell’opera il compositore Dello Joio, lasciò il duetto A time to keep silence, and a time to speak senza accompagnamento musicale. Limón colse la palla al balzo per rappresentare un profondo silenzio in contrasto ad un rumore penetrante. A differenza della prima versione quella del 2020 vede un’inversione dei ruoli. Questa volta è la donna ad affermare la sua importanza, colpendosi le gambe rumorosamente e insistentemente e tentando di stabilire il suo punto di vista prova a distruggere quello di lui, caratterizzato invece da movimenti silenziosi che inghiottono.

 

“un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci”

 

Anche il duetto A time to embrace aggiunge del nuovo alla sua profondità. Prima rappresentato da un passo a due uomo-donna, viene ora riproposto con due uomini in scena che abbracciano l’esistenza reciproca a prescindere dal colore della pelle. I loro lift ricordano i personaggi dei dipinti di Chagall che fluttuano nell’aria. Durante la coreografia i danzatori creano una inaspettata e meravigliosa presa sottosopra, dalla quale uno si riposa sulla spalla dell’altro, e girando sul posto scendono a spirale al suolo. Una presa fluida, inusuale, e molto Chagall.

 

“Un tempo per piangere e un tempo per ridere”

 

Una scena coreografica particolarmente emotiva arriva poco prima della fine: il gruppo, insieme alla solista, si muove con incantevole fluidità per andare a ricomporre il cerchio. C’era un grande ascolto e la voglia di muoversi insieme verso il futuro riverberava fin nelle loro ossa. There is a time insegna che esiste un tempo per tutto e che ciclicamente la vita continua. Fortunatamente abbiamo il lavoro di visionari come Limón e Puleio a ricordarci verità del genere, anche in tempi come questi.

 

“Un tempo per gemere e un tempo danzare”

 

È da aggiungere che il fascino di quest’opera sta anche nel suo essere tuttora in fiore. La compagnia mantiene vivo con minuziosa cura il lavoro di Limón ma accetta il cambiamento. Dopotutto, che senso avrebbe imbalsamare la bellezza di un giglio appena sbocciato?

 

Scritto da Matteo Mascolo.

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Traduzioni: testo tradotto in inglese da Bianca Pasquinelli e in spagnolo da Greta Zagani.

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Fonti: Limón Journal, Volume 1, Number 2, Summer 1994 ISSN 1073-7103. Pauline Koner’s autobiography, Solitary Song, 1989 Duke University Press. Dance is a Moment: A Portrait of José Limón in Words and Pictures, 1993 by Barbara Pollack and Charles Humphrey Woodford.

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Photo credit: Kelly Puleio, Limón Dance Company Rehearsals, Kaatsbaan Residency, 2020. Courtesy José Limón Dance Foundation.

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